Terremoto Emilia

Terremoto Emilia

20 maggio 2012

Alle 4:04 del 20 maggio 2012, una scossa di magnitudo 5.9 colpisce l’Emilia-Romagna. L’epicentro è a Finale Emilia, in provincia di Modena. La terra trema per 136 interminabili secondi. Il bilancio è pesante: 28 morti e un territorio profondamente segnato dalla devastazione.
Parto subito insieme al mio collega Claudio, amico di vecchia data dai tempi dell’Agenzia. Ci dirigiamo verso Cento, segnalata come una delle aree più colpite. I campanili crollati sulle case hanno ucciso nel sonno chi si trovava a letto. Resteremo lì per cinque giorni. Tra le difficoltà maggiori non ci sono solo le scosse di assestamento, ma anche la piaga degli sciacalli: ladri che entrano nelle abitazioni abbandonate. E poi la gestione dell’emergenza nelle tendopoli, resa complessa dalla presenza di gruppi etnici diversi e dalle tensioni sociali che la Protezione Civile cerca di contenere con equilibrio.
Il sisma ha lasciato morte e macerie. Ma ha anche scavato in profondità, sotto la scorza fiera della bassa emiliana. Ha sfidato la voglia di ripartire di questa gente che, con orgoglio, già dopo una settimana aveva ricominciato a rimettersi in piedi. Ma proprio quando sembrava che qualcosa stesse riprendendo a muoversi, il 29 maggio, il terremoto è tornato: due nuove scosse, una alle 9, l’altra poco dopo mezzogiorno. Meno forti della prima, ma ancora più distruttive. Più spietate.
Questa volta a pagare il prezzo più alto sono gli operai. Tornati in fabbrica per sistemare i danni della prima scossa, vengono travolti dal crollo. La BBG di Mirandola, la Meta di San Felice sul Panaro diventano simboli del dramma. È un martedì di quasi estate, e molti erano rientrati al lavoro proprio per ricominciare.
Con Claudio saliamo su un elicottero della Guardia Forestale. Dall’alto vediamo i tetti sventrati delle fabbriche, le case abbandonate, i campanili spezzati delle chiese. Un paesaggio ferito, che racconta tutto.
«Ciò che fa più paura è il senso di impotenza e di incredulità contro qualcosa – il terremoto – che pensavamo lontanissimo da queste terre», ci dice un cittadino di un piccolo paese al confine tra Bologna e Ferrara.

© 2025 Francesco Toiati • Tutti i diritti riservati

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